Lo Spazio e il Tempo: Rientrare nell’Essenza della Vita

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Di cosa parliamo quando parliamo di tempo? E quando diciamo spazio, cosa intendiamo davvero?
Per la maggior parte di noi, spazio e tempo sono coordinate, strumenti per organizzare le giornate, per misurare ciò che passa, per muoverci da un luogo all’altro. Ma questa visione — meccanica e funzionale — ci ha forse allontanato dal loro significato più profondo.

Secondo il pensiero meditativo, spazio e tempo non sono solo ambienti esterni. Sono dimensioni dell’essere. E il nostro malessere moderno nasce proprio da una separazione: ci siamo espulsi dal tempo vivo e dallo spazio animato.

⏳ Tempo: dalla corsa alla presenza

Il tempo che viviamo quotidianamente è fatto di orari, scadenze, fretta. Ma nel profondo, il tempo vero è eternità che si fa ritmo. È il respiro del giorno e della notte, il battito del cuore, l’alternarsi delle stagioni. È ciò che vive con noi, non ciò che ci insegue.

“La virtù della pazienza è il tempo che si fa consapevole”

Rientrare nel tempo significa aspettare senza tensione. Significa sostare, meditare, rimanere presenti anche mentre il tempo “passa”. La concentrazione diventa allora un modo per tornare alla radice del tempo, per sentire ciò che in noi non scorre, ma resta: il tempo ritrovato.

🌌 Spazio: non ciò che misuri, ma ciò che abiti

Lo spazio, nella nostra visione tecnica, è distanza: metri, chilometri, superfici da attraversare. Ma nel testo che ispira questa riflessione, lo spazio è qualcosa di radicalmente diverso: è luogo vivente.

“Il segreto è entrare nello spazio che si immagina, non si vede.”

Spazio è ciò che avvolge e accompagna gli enti, ciò che ci permette di comunicare con loro. Quando ne siamo fuori, siamo anche fuori dal reale contatto con le cose, con gli altri, con noi stessi.

Rientrare nello spazio significa sentire: ascoltare il silenzio tra i suoni, abitare un gesto, muoversi con le forze che ci muovono. Non è un atto tecnico, ma una rivelazione: uno spazio che non si misura, ma si vive.

✨ Corpo, meditazione e trasfigurazione

Nel cuore di questa visione, il corpo non è solo carne e limite. È luogo di trasformazione, supporto vivente della coscienza.

Il corpo che medita non isola, ma collega.
Non separa, ma unisce.
Ritrova il suo tempo, l’anima ritrova il suo spazio.

Attraverso il meditare profondo, il corpo smette di essere ostacolo e diventa strumento di luce: partecipazione attiva al ritmo della vita. Il pensiero non è più analisi fredda, ma respiro caldo che accompagna ciò che diviene.

🌱 Una nuova nascita del mondo

Spazio e tempo misurabili — dice il testo — sono “ciò che deve sparire del mondo perché finalmente il mondo nasca”.

È un’affermazione radicale, ma rivelatrice. Ci invita a non assolutizzare le forme morte, i contenitori vuoti in cui ci muoviamo. Ci invita a cercare il germe della terra futura, che già affiora nel pensiero meditativo, nel silenzio consapevole, nello sguardo che sa vedere l’invisibile.

💬 Conclusione: lo spazio e il tempo siamo noi

Spazio e tempo non sono entità esterne da dominare o superare.
Sono dimensioni che ci costituiscono, campi di esperienza interiore.

Rientrare nel tempo e nello spazio non è un’utopia mistica.
È un’esigenza profondamente umana.
È tornare a respirare dove tutto respira.
A vivere dove tutto è vivo.

Il tempo è ciò che accade quando siamo presenti.
Lo spazio è ciò che appare quando ci apriamo.

E allora, forse, il mondo — quello vero — può finalmente nascere.

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